OVVERO... SALTIMBANCHI SI MUORE!

INTERVENTI MUSICALI DI EMANUELE DELL’AQUILA

E ALEX ORCIARI

PRODUZIONE CRT MILANO / CENTRO RICERCHE TEATRALI

progetto Change performing arts

in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano

Quando si alzò il sipario sulla prima rappresentazione di Arlecchino servitore di due padroni nel 1947 sicuramente neanche lo stesso Giorgio Strehler avrebbe potuto immaginare che quello spettacolo del Piccolo Teatro appena fondato con Paolo Grassi sarebbe diventato l’icona del teatro italiano nel mondo. Dopo oltre mezzo secolo dalla geniale invenzione che aveva trasformato il truffaldino di Goldoni nella maschera di Arlecchino, Marcello Moretti prima e Ferruccio Soleri poi sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte, l’icona di una creatività che ancora oggi non manca di meravigliare il pubblico di ogni continente, abbattendo ogni volta tutte le barriere di lingua e di cultura. Per varare l’avvio di una collaborazione progettuale con quel “ragazzaccio terribile di Paolo Rossi” la Fondazione CRT Milano, appena insediata al Teatro dell’Arte, gli ha proposto di ripartire da Arlecchino e dalla Commedia dell’Arte. E Paolo Rossi, più funambolico e lunare che mai, si avvia lungo questo nuovo percorso pronto ad abbandonare la sua maschera - quella ormai nota a tutto il pubblico teatrale dei suoi ammiratori - per rivivere nei panni di un Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo - proprio come l’aveva definito Giorgio Strehler. Un esperimento per tutti e un salto mortale verso una nuova avventura. L’Arlecchino di Paolo Rossi sarà un Arlecchino contemporaneo, anzi, proiettato verso il futuro, “come uscito dalla bocca di un vulcano”: irriverente, buffone, ma soprattutto infernale. E non indosserà la maschera, nel tentativo, forse, di liberarsi dalla sua maschera. Nei panni di un Arlecchino inquietante, meno vicino alle origini bergamasche e più a quella dei personaggi diabolici e farseschi della tradizione popolare francese.

 

Nato nel 1953 a Monfalcone, milanese d’adozione, Paolo Rossi spazia da trent’anni dai grandi palcoscenici alla televisione: ovunque ha proposto il suo personale modo di fare spettacolo, che, pur immergendosi nelle tematiche contemporanee, non prescinde dall’insegnamento dei classici antichi e moderni. Esordisce come attore nel 1978 in Histoire du Soldat diretta da Dario Fo e lavora a lungo con la compagnia del Teatro dell’Elfo, con cui interpreta nel 1984 Nemico di classe, diretto da Elio De Capitani e nel 1985 Amanti e Comedians, diretti da Gabriele Salvatores. È Ariel ne La Tempesta con Carlo Cecchi. Alla fine degli anni ottanta si impone sulla scena con uno stile personale e riconoscibile con gli spettacoli Recital, Chiamatemi Kowalski, The Times They Are a-Changin’... Un’altra volta... Again!, cui seguono spettacoli dalla struttura originale, definiti antimusical sociali, tutti con la regia di Giampiero Solari, tra cui nel 1988 Le visioni di Mortimer e nel 1990 La Commedia da due lire. Nel 1992 approda alla televisione con Su la testa su Rai 3 e in seguito partecipa a diverse trasmissioni televisive, tra cui nel 1994-95 Il Laureato di Piero Chiambretti su Rai 3, nel 1997-98 conduce Scatafascio su Italia 1, nel 2007 è ospite fisso a Che tempo che fa di Fabio Fazio su Rai 3. A settembre 2010 dirige il Matrimonio Segreto di Domenico Cimarosa, che ha inaugurato la sessantaquattresima stagione lirica del Teatro Sperimentale A. Belli di Spoleto. Il successo ottenuto con lo spettacolo Il Mistero Buffo di Dario Fo, che ha debuttato nel 2010 e programmato nei maggiori teatri italiani fino alla stagione 2011-2012, lo consacra come uno dei protagonisti della scena teatrale e culturale italiana. Attualmente la sua ricerca si spinge verso un nuovo teatro popolare, che ritrovi, nella tradizione della Commedia dell’Arte e dell’improvvisazione, le radici per trasmettere contemporaneamente attualità, comicità e poesia.

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