uno spettacolo di Claudio Collovà scene e costumi Enzo Venezia coreografia Alessandra Luberti musiche di Giuseppe Rizzo
luci Petra Trombini con Salvo Dolce, Francesca Laviosa, Alessandra Luberti, Savi Manna, Emmanuelle Pointhieux, Sveva Raimondi, Arabella Scalisi, Alessandro Vella, Paola Virgilio, Gisella Vitrano assistente regia Marianna Messina assistente scenografo Giusy Giacalone produzione I praticabili e Officine Ouragan Palermo
All’origine di OGNI QUALVOLTA LEVO GLI OCCHI DAL LIBRO vi è un dipinto di Magritte, Il mese delle vendemmie. Un’immagine a me cara in cui ho scorto potenzialità teatrali. La finestra si è poco alla volta svuotata dei suoi abitanti che sono usciti dall’apparente fissità del dipinto e hanno assunto una mobilità a volte imprevedibile. Quando i magrittini hanno cominciato a muoversi non si sono più fermati. Liberati dal letargo, come gli uomini del sottosuolo a cui per troppo tempo è stata preclusa la vita in movimento, hanno levato gli occhi dal libro in cui erano assorti, e si sono messi in viaggio. E il loro procedere è finito con l’essere sempre più vicino al viaggio di Ulisse a bordo del Titanic, cetaceo meccanico divenuto mitico nel naufragio. Esistenze che trascorrono il loro tempo alla finestra scenografica come quella
di Magritte, a guardare il mondo – con un punto di vista capovolto, dall’esterno verso l’interno, dotata di una forte inclinazione incombente sulla nostra vita. Un coro di personaggi, in cui la loro assonanza spirituale, non cancella l’individualità di cui sono in possesso, soggetti modernamente intesi, dominatori del mondo, che esercitano il proprio dominio attraverso lo sguardo. In questo senso lo spettacolo è anche una forte riflessione sullo sguardo e sulla possibilità, come dice Rilke, di imparare a vedere, aggiungendo poi, a fatica.
Il dipinto di Magritte mi ha permesso inoltre di continuare la ricerca su spazi formali a me cari e oggetto di mie precedenti indagini. La presenza di una parete che separa un retro invisibile, luogo precluso al nostro sguardo, da un davanti visibile in cui ci si espone e si rischia l’esibizione. Una soglia da varcare in questo caso una finestra, che si supera a proprio rischio e pericolo, e dalla quale è pur sempre possibile esprimere un punto di vista fortemente in ascolto della propria natura.
La struttura del viaggio riprende il resoconto poetico de La fine del Titanic di Enzensberger e infine molte delle immagini di Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro sono state liberamente ispirate dall’opera poetica di Rilke, che con un suo bellissimo verso ci ha donato il titolo e molto altro. Alla fine raccontiamo di uomini e donne, capaci di vedere al sollevare degli occhi, una realtà trasfigurata, frutto della totale immersione nel mondo parallelo della poesia. Nato a Palermo, Claudio Collovà ha debuttato nel 1987 con Il cavaliere bizzarro di Michel de Ghelderode. Molti dei suoi lavori sono stati presentati in festival internazionali di teatro. La sua poetica, principal- mente legata alla pittura ed alla fisicità dell’attore, si incrocia spesso con la danza e trae origine da fon- ti di ispirazione non solo teatrali. Tra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo Le buttane di Aurelio Grimaldi, Eredi su Magritte, Miraggi Corsari da Pasolini, Fratelli di Carmelo Samonà, K. l’agrimensore dal Castello di Kafka, La famiglia dal Re Lear di Shakespeare, La terra desolata di Eliot, Hamlet Album de Familie da Müller e Shakespeare rappresentato a Bucarest e in Italia in lingua rumena per il Teatrul Mic (Piccolo Teatro), Don- ne in tempo di guerra da le Troiane di Euripide che ha inaugurato il Festival di Potsdam nel 2005. Ha diretto Woyzeck di Büchner a Budapest in lingua magiara col Maladype Szene. Col Teatro Biondo Stabile di Palermo sono stati coprodotti gli spettacoli La terra Desolata di Eliot (2004), Uomini al buio - Ulyssage # 6 da Joyce, Artista da Giovane dal Dedalus di Joyce, e in produzio- ne I nostri tempi dall’opera di Michele Perriera e Ulys- sage # 3 Telemachia nuovo capitolo dall’Ulisse. Come attore ha lavorato, tra gli altri, con Antonio Neiwiller negli spettacoli Dritto all’inferno, Salvare dall’oblio
e Canaglie prodotti da Teatri Uniti di Napoli. Lavora regolarmente nel campo della formazione tenendo seminari in tutta Italia, e ha insegnato regia presso le Università di Palermo e Milano. Dal 2010 è direttore artistico delle Orestiadi di Gibellina, inaugurando la XXIX edizione con Massa e Potere da Canetti e nel 2011 il Festival vince il primo nazionale della Critica come miglior festival di teatro contemporaneo in Italia. Nel 2002 fonda a Palermo con la coreografa Alessandra Luberti Officineouragan, spazio dedicato alla ricerca teatrale e coreografica. Insegna dal 2009 Regia presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo.
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